Risultati dello studio ERAS

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Impianto

Malagrotta - Complesso , Roma

Gestore dell’impianto: E.Giovi S.r.l. 

Sede legale: Via Portuense, n. 881 – 00148 ROMA (RM).

Stabilimento: Via di Malagrotta  n. 257 – 00050 Ponte Galeria – ROMA (RM)

Malagrotta - Complesso, Roma

Ambiente

Informazioni non ancora disponibili

Impianto

Complesso impiantistico di Roma, Malagrotta

Il complesso impiantistico di Malagrotta è costituito da una discarica per rifiuti non pericolosi al quale sono collegati due impianti per il Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti, denominati rispettivamente Malagrotta 1 e Malagrotta 2.
Gli impianti sono gestiti dalla società “E. Giovi srl”.
La discarica di Malagrotta ha iniziato la propria attività a partire dal 1987, mentre l’impianto Malagrotta 1 è stato attivato nel 2003 e l’impianto Malagrotta 2 nel 2008.
Nell’area è presente anche un impianto di gassificazione per la produzione elettrica da CDR che è stato attivato nel 2008.

Territorio

L’area di studio è costituita dal territorio del Comune di Roma.

La popolazione residente nel 2008 è pari a 2.721.558 abitanti. 

(fonte: ISTAT “Stima del carico inquinante delle acque reflue urbane anno 2005-2008)

Il territorio presenta un basso grado di antropizzazione con una prevalenza di aree destinate ad uso agricolo e di aree naturali.

(fonte: Regione Lazio)

 

Le attività economiche presenti coinvolgono complessivamente 842.733 addetti. 

(fonte: ISTAT, Censimento industria e servizi 2001 - Classificazione delle attività economiche Ateco 2007)

 

Le principali infrastrutture di trasporto sono rappresentate dalla Strada dei Parchi (A24), dall’Autostrada del Sole (A1), dalla via Casilina (SS6), dalla Circonvallazione Orientale e dalla linea ferroviaria Roma – Napoli.

Considerando i corpi idrici di riferimento definiti dalla Regione Lazio ai fini della tutela delle acque, nell’area sono presenti:

  • il Fiume Tevere, il Rio Torto (Fosso di Procula), il Fosso della Caffarella, il Fosso della Magliana, il Fosso della Torraccia, il Fosso dell'Osa, il Fosso di S.Vittorino, il Fosso di Tor Sapienza, il Fosso Galeria, il Fosso Malafede, il Fosso Passerano e il Rio Cremera della Valchetta, appartenenti al bacino idrografico del fiume Tevere;

  • il Fiume Aniene, appartenente all’omonimo bacino idrografico;

  • il il Fiume Arrone, appartenente al bacino idrografico dell’Arrone Sud;

     

 

Sono presenti aree naturali sottoposte a vincoli di tutela.

(fonte: Regione Lazio)

 

(fonte: Regione Lazio)

Stato dell'ambiente e fattori di pressione

Qualità delle acque

La Regione Lazio dispone di una rete di monitoraggio della qualità delle acque superficiali (fiumi, laghi e marino-costiere) e sotterranee (acque di falda) su cui si articola il programma annuale di monitoraggio realizzato da ARPA Lazio. Tale programma consente di valutare lo stato e l’evoluzione della qualità delle acque e costituisce un supporto alla pianificazione di interventi di mitigazione e risanamento.

In questo senso un quadro complessivo può essere delineato sulla base dei risultati di tutta la rete di monitoraggio nei diversi anni. In questo caso per una lettura correlata allo specifico territorio si riporta lo stato di qualità delle acque delle stazioni di misura presenti nell’area.

All’interno dell’area, oggetto dello studio, sono presenti 8 stazioni di monitoraggio delle acque dei fiumi.

Il monitoraggio è finalizzato alla definizione, dal punto di vista chimico, del grado di compromissione degli acquiferi per cause naturali e antropiche e alla verifica della presenza di sostanze chimiche “pericolose”.

L’elaborazione dei risultati analitici consente di classificare le acque secondo le seguenti diverse categorie corrispondenti a una qualità decrescente.

Fiumi (Stato ecologico)


Presentazione cromatica delle acque con presenza di sostanze pericolose

La presenza di sostanze pericolose in concentrazioni superiori ai valori limite fissati nella Tabella 2 dell’Allegato 5, parte quarta, del D. Lgs. 152/06 viene rappresentata cromaticamente con le seguenti modalità.

Per ogni stazione di monitoraggio, nella tabella successiva, sono riportati gli indici di qualità ambientale secondo la definizione generale prevista per le acque superficiali e sotterranee.

(fonte: Regione Lazio e ARPA Lazio)

 

Con riferimento al periodo 2006 - 2008, si evidenzia l’abbassamento della qualità dei corpi idrici superficiali, i quali passano da valori prevalentemente sufficienti (2006), a prevalentemente scadenti (2008), lo stato peggiorativo dei corsi d’acqua superficiali risulta evidente anche dalla comparsa di sostanze pericolose con valori superiori ai limiti di accettabilità a partire dal 2008.

 

Qualità dell’aria

L’ARPA Lazio effettua il monitoraggio della qualità dell’aria ai fini della valutazione della distribuzione su tutto il territorio regionale della concentrazione al suolo delle principali sostanze inquinanti (biossido di zolfo, biossido di azoto, monossido di carbonio, benzene, PM10 e Ozono). L’attività di monitoraggio viene condotta impiegando in maniera coordinata e finalizzata alla descrizione dell’intera realtà regionale: misure in siti fissi (la tradizionale rete di monitoraggio della qualità dell’aria), misure con sistemi mobili, modelli di calcolo.

La rete di monitoraggio è attualmente costituita da 35 stazioni fisse.

Nel Comune di Roma sono presenti 17 stazioni di monitoraggio tutte ubicate nel comune di Roma; si riportano di seguito i valori registri nel periodo 2006-2009.

Dati qualità dell’aria stazioni di monitoraggio di Roma

Inquinanti

Dato

Valore limite

Scala Valore

2006

2007

2008

2009

Benzene – C6H6

media annua

[µg/m3]

5 µg/m3

Minimo

2,0

1,8

1,7

1,4

Medio

4,2

3,0

2,6

2,3

Massimo

5,8

4,3

3,4

3,3

Ossido di Carbonio - CO

media annua

[mg/m3]

(*)

Minimo

0,6

0,6

0,5

0,5

Medio

1,2

0,9

0,8

0,8

Massimo

1,7

1,3

1,2

1,2

numero superamenti

10 mg/m3

Media massima giornaliera calcolata su 8 ore

 

0,0

0,0

0,0

0,0

Biossido di Azoto - NO2

media annua

[µg/m3]

40 µg/m3

Minimo

20,0

20,0

19,0

17,0

Medio

68,3

59,8

51,9

54,4

Massimo

100,0

85,0

79,0

82,0

numero superamenti

200 µg/m3 da non superare più di 18 volte l’anno

Minimo

0,0

0,0

0,0

0,0

Medio

16,8

14,2

4,1

4,3

Massimo

54,0

44,0

11,0

24,0

Ozono - O3

Media Annua

(*)

Minimo

39,0

34,0

32,0

36,0

Medio

43,5

38,4

39,1

41,1

Massimo

52,0

47,0

51,0

56,0

Numero di superamenti

120 µg/m3 Media su 8 ore massima giornaliera

Minimo

0,0

1,0

3,0

3,0

Medio

15,0

14,7

15,4

16,0

Massimo

36,0

25,0

36,0

34,0

Particolato atmosferico - PM10

media annua

[µg/m3]

40 µg/m3

Minimo

32,0

31,0

27,0

27,0

Medio

43,3

40,3

35,2

34,4

Massimo

49,0

48,0

41,0

40,0

numero superamenti

50 µg/m3 da non superare più di 35 volte l’anno

Minimo

44,0

33,0

19,0

12,0

Medio

87,5

78,4

48,8

41,5

Massimo

141,0

116,0

81,0

67,0

Ossidi di Zolfo - SO2

Media annua nel periodo 1 ottobre - 31 marzo [µg/m3]

20 µg/m3

Minimo

1,5

1,7

1,2

1,1

Medio

1,5

1,8

1,3

1,2

Massimo

1,5

1,8

1,4

1,3

(*) non è previsto dalla normativa

fonte: ARPA Lazio


Nell’area di Malagrotta è stata installata nel 2010 una stazione di monitoraggio della rete di qualità dell’aria. Si riportano nella tabella seguente i valori misurati nel periodo 22/02/2010 - 28/12/2010. 

 

Fattori di pressione

Le attività economiche, a seconda della tipologia e della dimensione, possono costituire un fattore di pressione ambientale.

Nel territorio del Comune di Roma le attività economiche che vedono impegnate il maggior numero di addetti sono quelle di tipo immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e servizi alle imprese (142.354 addetti che rappresentano circa il 17 % del totale). Le attività riguardanti l’impiego nelle pubbliche amministrazioni impegnano 121.777 addetti (circa il 14 % del totale). 

 

Nel comune di Roma sono presenti 16 impianti industriali soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale (ai sensi del D.lgs 152/2006 succ. mod e int) appartenenti alle seguenti categorie:

  • n.5 impianti - 2.6. Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume superiore a 30 m3

  • n.2 impianti - 6.4: a) Macelli aventi una capacità di produzione di carcasse di oltre 50 tonnellate al giorno;

  • n.2 impianti - 6.4: b) Trattamento e trasformazione destinati alla fabbricazione di prodotti alimentari a partire da: materie prime animali (diverse dal latte) con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 75 tonnellate al giorno ovvero materie prime vegetali con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 300 tonnellate al giorno (valore medio su base trimestrale);

  • n.1 impianto - 1.1 Impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW.

  • n.1 impianto - 2.5.a Impianti destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi da minerali, nonché concentrati o materie prime secondarie attraverso procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici; 4.1.g Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base, quali composti organo metallici; 4.2.d Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base, sali, quali cloruro d’ammonio, clorato di potassio, carbonato di potassio, carbonato di sodio, perborato, nitrato d’argento

  • n.1 impianto - 3.5. Impianti per la fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres, porcellane, con una capacità di produzione di oltre 75 tonnellate al giorno e/o con una capacità di forno superiore a 4 m3 e con una densità di colata per forno superiore a 300 kg/m3

  • n.1 impianto - 6.4: c) Trattamento e trasformazione del latte, con un quantitativo di latte ricevuto di oltre 200 tonnellate al giorno (valore medio su base annua).

  • n.1 impianto - 5.3. Impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi quali definiti nell'allegato 11 A della direttiva 75/442/Cee ai punti D 8, D 9 con capacità superiore a 50 tonnellate al giorno

  • n.1 impianto - (punto 2 All. V D Lgs 59/2005) Centrali termiche ed altri impianti di combustione

  • n.1 impianto - (punto 1 All. V D Lgs 59/2005) Raffinerie di petrolio greggio. 

     

Stima delle emissioni di inquinanti atmosferici

Nell’ambito del piano di risanamento della qualità dell’aria (ottobre 2010) la Regione Lazio si è avvalsa di una articolata stima delle emissioni di sostanze inquinanti a livello comunale per le diverse tipologie di sorgenti (industria, traffico, ecc.).

Nella tabella successiva sono riportate le emissioni stimate a livello annuo (T/anno) per l’area di indagine e quelle relative all’intera provincia e regione al fine di consentire un agevole confronto relativo alla “potenziale” criticità dell’area. 


Acque reflue urbane e industriali

La stima del carico inquinante delle acque reflue urbane dovuto alle sostanze biodegradabili prodotte dalle attività domestiche ed economiche nel 2008 è riportato nella tabella seguente.

(fonte: Stime del carico inquinante delle acque reflue urbane, 2010, ISTAT)

 

Rifiuti

La produzione di rifiuti urbani può essere stimata utilizzando il dato regionale 2007 di produzione pro capite di rifiuti urbani (604 kg/ab.*anno).

La raccolta differenziata della provincia di Roma è stata nel 2007 pari al 13,2 (fonte: Rapporto rifiuti 2008, ISPRA).

Popolazione Residente

Fonte: Istat

Controlli e monitoraggi ambientali

L’impianto è soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale (ai sensi del D.lgs 152/2006 succ. mod e int) che prevede diversi livelli  per le attività di controllo:

- autocontrolli, effettuati dal gestore in ottemperanza all'autorizzazione integrata, i cui esiti devono essere inviati all'autorità competente secondo le modalità e frequenze stabilite dall'autorizzazione stessa;

- controlli programmati, di competenza ISPRA - ARPA anch'essi da effettuare secondo quanto previsto e programmato dall'autorizzazione, precipuamente rivolti a verificare:

- il rispetto delle condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale;

- la regolarità dei controlli a carico del gestore, con particolare riferimento alla regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell'inquinamento nonché al rispetto dei valori limite di emissione;

- l'ottemperanza del gestore ai propri obblighi di comunicazione e informazione dell'autorità competente, anche con riferimento all'ipotesi di inconvenienti o incidenti in grado di influire in modo significativo sull'ambiente;

- controlli non programmati, derivanti da "ispezioni straordinarie" disposte discrezionalmente dall'autorità competente.

Le attività di controllo dell’impianto  sono svolte attualmente secondo le disposizioni del Decreto commissariale n.26 del 31.032005. È in corso di istruttoria il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale.

Modelli di valutazione della qualità dell'aria

Sulla base delle emissioni della sostanza marker H2S, la metodologia modellistica ha consentito di determinare il footprint dell’impianto di discarica, cioè l’area entro cui la concentrazione media annuale della sostanza marker risulta non inferiore a 0.1 volte la concentrazione annua massima stimata nell’intero dominio di calcolo.

In particolare, la modellizzazione:

   -   ha stimato come concentrazione media annua di H2S entro l’intero dominio di calcolo sia pari a circa 3 mg/m3,

   -   l’area entro cui la concentrazione media annua di sostanza marker risulta non inferiore a 0.01 volte la concentrazione massima annua      stimata ha una forma decisamente regolare, segno indicativo del fatto che la zona di Malagrotta non è caratterizzata da effetti orografici particolarmente severi.

 

Il footprint della discarica di Malagrotta è rappresentato nella figura seguente.

                                

L’impronta (footprint) degli impianti di trattamento rifiuti

Comuni

Il complesso è situato nel comune di Roma.

Stato di salute popolazione residente

Risultati studio ERAS

Area in studio, impianto, popolazione esposta, fasce di distanza dall'impianto e impronta al suolo dell'inquinante tracciante

 

Stato di salute della popolazione esposta

Malagrotta è un area sub-urbana del comune di Roma localizzata a sud-ovest della città oltre il Grande Raccordo Anulare. Attualmente l’area si estende per circa 50 Km2 e comprende la grande discarica per rifiuti urbani (RU), la raffineria di prodotti petroliferi, l’inceneritore per rifiuti ospedalieri e farmaci scaduti (rifiuti speciali) dotato di sistema per il recupero energetico (termovalorizzatore), alcuni depositi di idrocarburi, e cave per inerti. Nell’area sono presenti diverse infrastrutture di trasporto ed alcune aree residenziali.

Il presente studio ha lo scopo di analizzare gli effetti dell’esposizione residenziale alla discarica per RU sulla mortalità e sui ricoveri ospedalieri della coorte di persone che vivono entro 7 Km dall’impianto; a causa della contemporanea presenza nella stessa area dell’inceneritore e della raffineria, la valutazione tiene conto anche del concomitante potenziale effetto sulla salute degli inquinanti emessi da questi due impianti.

La coorte in studio è composta di 85,559 persone residenti al 2001, di cui il 51.6% donne. Ad ogni soggetto è stato attribuito, sulla base dell’indirizzo di residenza all’inizio dello studio, il livello di esposizione di ciascun inquinante. Per i membri della coorte, la stima dell'esposizione media annuale individuale a H2S (discarica) è risultata pari a 0.02 μg/m3 (SD 0.02), ad SOX (raffineria) è risultata pari a 1.67 μg/m3 (SD 0.92) e al PM10 (inceneritore) è risultata pari a 0.02 ng/m3 (SD 0.02). Le persone che vivono in zone con più alta concentrazione di H2S, SOX o PM10 tendono ad avere un livello di istruzione più basso, ad essere in misura maggiore lavoratori manuali ed ad avere una posizione socio-economica inferiore rispetto al gruppo di soggetti considerati come riferimento. 

Coloro che vivono in prossimità degli impianti presentano (sia tra gli uomini che tra le donne) un quadro di mortalità generale relativamente simile a quello della popolazione di riferimento. Fanno tuttavia eccezione le patologie dell’apparato cardiovascolare (donne) e dell’apparato respiratorio (uomini) che sono aumentate tra i residenti nell’area più prossima agli impianti. Per le patologie tumorali, si osserva tra le donne un eccesso di tumore della laringe e della mammella nelle zone più prossime, mentre tra gli uomini si osserva una riduzione del rischio per il tumore del polmone. I residenti (uomini e donne) più prossimi agli impianti ricorrono più frequentemente alle cure ospedaliere (+8%), in particolare per malattie circolatorie, urinarie e dell’apparato digerente. Tra gli uomini si è osservato un aumento dei ricoveri per patologie della tiroide.

Per quanto riguarda i risultati relativi alle concentrazioni dei singoli inquinanti, si è riscontrata nei gruppi più esposti ad H2S (discarica) e SOX (raffineria) una maggiore frequenza di tumori della laringe e della vescica (mortalità e ricoveri) nelle donne residenti. Limitatamente ai ricoveri, si è osservata un’associazione tra H2S e malattie dell’apparato circolatorio (donne). L’SOX, tracciante della raffineria, è risultato associato a malattie dell’apparato respiratorio (uomini) e tumore della laringe tra le donne. L’esposizione a PM10 (inceneritore) è risultata associata prevalentemente a patologie dell’apparato respiratorio e a tumore del pancreas (uomini) e a tumore della laringe, del fegato e della mammella (donne).

 Lo studio della coorte dei residenti nell’area di Malagrotta ha evidenziato un quadro di mortalità tra le persone più esposte in gran parte paragonabile con quello osservato nella popolazione di riferimento. Tuttavia, sono stati riscontrati, sia per la mortalità e soprattutto per le ospedalizzazioni, alcuni eccessi di rischio degni di nota, in particolare per malattie respiratorie, cardiovascolari e per alcune forme tumorali. Alcune delle associazioni emerse, considerando la distanza dagli impianti o la concentrazione stimata degli inquinanti scelti come traccianti (H2S, SOX e PM10), sono potenzialmente attribuibili all’inquinamento prodotto nei passati decenni dagli impianti industriali presenti nell’area, ma è molto difficile determinare quali siano le emissioni (e di conseguenza gli impianti) che ne sono maggiormente responsabili. 

Effetti sulla salute

Informazioni non ancora disponibili